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Ora un hacking è riuscito su una grossa azienda di distribuzione di carburanti.
L’azienda statunitense di gasdotti, Colonial Pipeline, interrompe alcune operazioni dopo un attacco informatico.
Gli attacchi ransomware vengono in genere eseguiti da hacker criminali che codificano i dati, paralizzando le reti delle vittime e chiedono un grosso pagamento per de-crittografarli.
Pare che l’ attacco provenga da un gruppo conosciuto come DarkSide.
L’attacco alla società, che afferma di fornire circa il 45% del carburante (petrolio) consumato sulla costa orientale, sottolinea ancora una volta le vulnerabilità delle infrastrutture critiche agli attacchi informatici.
La Casa Bianca ha detto che il presidente Joe Biden è stato informato sabato mattina e il governo federale stava lavorando con la società per valutare le implicazioni dell’attacco, ripristinare le operazioni ed evitare interruzioni della fornitura.
La società privata di sicurezza informatica FireEye ha dichiarato di essere stata assunta per gestire le indagini sulla risposta agli incidenti.
L’analista petrolifero Andy Lipow ha affermato che l’impatto dell’attacco sulle forniture di carburante e sui prezzi dipende da quanto tempo l’oleodotto resterà fermo.
Anne Neuberger, vice consigliere per la sicurezza nazionale per la sicurezza informatica e le tecnologie emergenti dell’amministrazione Biden, ha dichiarato in un’intervista all’Associated Press ad aprile che il governo stava intraprendendo un nuovo sforzo per aiutare le aziende elettriche, i distretti idrici e altre industrie critiche a proteggersi da attacchi informatici potenzialmente dannosi.
Colonial Pipeline ha bloccato parte della sua linea di produzione e di trasmissione del petrolio, lunga oltre 5500 miglia sulla East Coast. Ha voluto, insomma, contenere i danni.
(In foto tutti gli Stati serviti dall’ azienda Colonial Pipeline, vittima dell’ attacco)
